19/12 – Inaugurazione di “Habitus” il Museo nazionale del costume folcloristico di Castelraimondo (MC)

 

“Habitus” è questo il nuovo nome che accompagna la riapertura del “Museo nazionale del costume folcloristico”. Domenica 19 dicembre, a Castelraimondo (MC), sarà il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, insieme al Presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari, ospitati dal Sindaco di Castelraimondo Patrizio Leonelli, ad aprire la struttura museale dedicata alle attività dei gruppi folcloristici. Si tratta della ripartenza di un progetto museale di eccezionale importanza per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale nazionale, che ha mosso i suoi primi passi nel 2009, quando la F.A.F.It. (Federazione Associazioni Folkloriche Italiane) sperimentò un primo allestimento, proprio a Castelraimondo e che dal 2016, a causa degli eventi sismici che hanno tristemente colpito il centro Italia, è rimasto chiuso. Il Comune e il Gruppo Folkloristico di Castelraimondo, attivi protagonisti di questo riallestimento, hanno provveduto a preservare la collezione e a trasferirla dal palazzo municipale al nuovo spazio in via della Croce. Proprio a partire da questo nucleo di oggetti “vivi”, ancora utilizzati dai gruppi (solo prestati alla vita museale), testimonianze di un patrimonio immateriale ricco di socialità, di progettualità e carico di speranze per il futuro, è arrivato il supporto delle due Scuole di specializzazione in Beni demoetnoantropologici – quella dell’Università degli Studi di Perugia (in convenzione con le Università della Basilicata, di Siena, di Firenze e di Tornio) e quella di Sapienza Università di Roma – e del Ministero della Cultura con il supporto dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Il progetto è volto a cogliere tre obiettivi principali: fornire una prima risposta alle esigenze di tutela, di valorizzazione e di narrazione del patrimonio demoetnoantropologico già presente nella collezione; promuovere attraverso lo spazio museale un nuovo processo di ricerca sul patrimonio immateriale prodotto e rappresentato dai gruppi folcloristici; favorire la nascita di uno spazio di dibattito sul tema dei folclorismi e dei folclorevivalismi fra le comunità scientifiche, di esperti e di appassionati, attive sul territorio nazionale e a livello internazionale. Alcuni passi verso questi ambiziosi obiettivi sono stati realizzati già in questa prima fase del lavoro. Infatti, con le modeste risorse messe a disposizione dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, dal Comune e dal Gruppo Folcloristico di Castelraimondo, si sono messi al lavoro i componenti del Gruppo Folcloristico, gli esperti del MiC e delle Università, con un gruppo di specializzati e di specializzandi delle due Scuole in beni demoetnoatropologici. Attorno al museo ha preso forma un cantiere aperto in cui si è ragionato sul significato contemporaneo della categoria di folklore in rapporto alla rappresentazione folcloristica, ponendo attenzione ai modi in cui i gruppi interpretano la continuità dei mondi locali nel presente, agendo nel sociale e ridefinendo creative visioni del passato.

A partire da questo primo appuntamento, di domenica 19 dicembre alle ore 11, a Castelraimondo, il lavoro appena iniziato su “Habitus” proseguirà con l’obiettivo di raccogliere ulteriori testimonianze materiali e immateriali sul folclorismo per un ampiamento degli spazi espositivi sia fisici che virtuali.