Al via il progetto

Legami Intangibili nei paesaggi festivi

campagna di documentazione fotografica nazionale dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale

 

Il progetto

Prenderà avvio nei primi giorni di dicembre e si protrarrà per tutto il 2023 una grande campagna di documentazione e ricerca fotografica di eventi di interesse demoetnoantropologico dal titolo “Legami intangibili nei paesaggi festivi”. Il progetto, candidato dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, è vincitore di Strategia Fotografia 2022, bando pubblico volto a promuovere e a sostenere la ricerca, i talenti e le eccellenze nel campo della fotografia italiana che si inserisce nel quadro delle azioni istituzionali della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

L’intervento nel suo complesso è mirato alla protezione, alla salvaguardia e alla promozione del patrimonio immateriale attraverso interventi di documentazione e di sperimentazione fotografica e vuole contribuire a migliorare la comprensione del senso che assume la festa quale aspetto rilevante della società attuale. La “festa” viene indagata come patrimonio comune, con particolare attenzione ai suoi aspetti di interrelazione fra esseri umani e ambienti naturali.

La cornice teorica da cui nasce il progetto, come spiega il professor Leandro Ventura, direttore dell’Istituto: “è da ricercare nel framework delle azioni che l’Istituto sta svolgendo in applicazione della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società e della Convenzione europea del paesaggio. Infatti, si vuole sondare attraverso il linguaggio visivo come -e con quali possibilità in divenire- il patrimonio culturale immateriale sia la cornice entro cui si inscrivono le dinamiche creative della festa che sono al contempo tradizionali e innovative”.

I reportage – spiegano Stefania Baldinotti, Fabio Fichera e Cinzia Marchesini,  demoetnoantropologə referenti del progetto – saranno l’occasione per potenziare i terreni di ricerca, di catalogazione e di tutela già attivati dall’Istituto (come la festa di Sant’Antonio di Collelongo e le Cuttore (AQ) o la corsa devozionale dei Nudi della festa di Sant’Alfio di Lentini in Sicilia) e aprirsi alle nuove forme e ai nuovi linguaggi dei patrimoni festivi contemporanei, riconducibili ai paesaggi postindustriali, ai paesaggi virtuali, a quelli neo-rurali e neo-rituali. Un viaggio che toccherà tutte le regioni Italiane: il progetto individua 27 lavori di documentazione fotografica sull’intero territorio nazionale affidati a 2 fotografe e 3 fotografi sensibili – nelle loro produzioni fotografiche – alle tematiche del patrimonio immateriale, al metodo di ricerca etnografica e alla creazione di linguaggi innovativi.

Tali documentazioni andranno a incrementare il nutrito fondo dell’Archivio fotografico dell’Istituto, costituito da più di 140.000 immagini, in continuo ampliamento, che vede tra i suoi fotografi autori come Pietro Marubi, i fratelli Alinari, Alphonse Bernoud, Gustave Eugene Chauffourier, Carlo Naya, Giorgio Sommer, Annabella Rossi, Michele Gandin, Ferdinando Scianna, Chiara Samugheo, Vittor Ugo Contino, Gianni Zanni, Lello Mazzacane, Marialba Russo, Sabina Cuneo Puzo e i più recenti lavori di Emilia De Simoni, Donato d’Alessandro, Marco Marcotulli, Massimo Cutrupi e Roberto Galasso.

Le opere prodotte saranno valorizzate attraverso una mostra fotografica di interesse nazionale, nelle collane editoriali Visioni d’Archivio” e “Ricerche” curate dall’Istituto Centrale per il patrimonio Immateriale e in pubblicazioni di carattere scientifico nel campo dell’antropologia visuale e della fotografia etnografica. Una selezione delle stesse sarà inoltre esposta nella sezione fotografica della mostra internazionale “Racconti Invisibili”, percorso espositivo itinerante destinato alla diffusione del patrimonio immateriale italiano nel mondo.

Questa importante campagna fotografica si avvarrà delle preziose collaborazioni con le comunità patrimoniali territoriali, con gli Uffici periferici del MIC e delle Pro Loco e costituirà un punto di partenza per ulteriori studi, ricerche e percorsi di patrimonializzazione.

 

Le fotografe e i fotografi

 

MARINA BERARDI – PhD, antropologa, fotografa e specialista in Beni demoetnoantropologici. Lavora come antropologa visuale sul patrimonio immateriale e materiale (Beni DEA), storie di vita, pratiche migranti. Nell’ambito della ricerca di Dottorato (Università degli studi della Basilicata) ha analizzato etnograficamente le politiche, le retoriche, i processi di abbandono e l’immaginario vernacolare in alcuni piccoli paesi della Basilicata.
Alcune opere fotografiche hanno ricevuto menzioni e premi in ambito nazionale e internazionale tra cui Nikon Talents, Sony World Award, Metropolis 2017. Nel 2016 ha partecipato come antropologa visuale alla Missione archeologica italo-irachena dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza” ad Abu Tbeirah (Iraq meridionale). Alcuni scatti del lavoro fotografico Dreaming Iraq sono stati pubblicati da National Geographic Italia. Nel 2019 è tra le vincitrici del concorso fotografico MAVI (Museo Antropologico Visivo Irpino).  Dal 2019 è Photo-Essay Editor di Visual Ethnography Journal e dal 2022 fa parte della redazione della rivista Archivio di Etnografia

www.marinaberardi.net

 

BARBARA DI MAIO – Interprete di conferenza e traduttrice, coltiva sin da giovanissima la passione per la fotografia Frequenta l’ICP (il Centro Internazionale di Fotografia a New York) dove approfondisce la tecnica fotografica e la fotografia di moda e ritratto, vince poi una borsa di studio al Master in Fotogiornalismo e Reportage presso la Scuola Romana di Fotografia e Cinema di Roma. Da circa dieci anni si dedica prevalentemente alla fotografia antropologica e sociale, indagando e documentando il folclore, le tradizioni e le culture popolari della sua amata Campania e nell’intero territorio nazionale. Ha partecipato a diverse mostre collettive, in particolare sul tema delle donne, tassello essenziale della sua ricerca fotografica. Nel 2017 organizza la sua prima mostra personale “Japan Katana Urban Cuts” uno sguardo inedito sul Giappone e su Tokyo, ricostruito attraverso un percorso visivo basato sui colori e i richiami alla modernità e alla frenetica vita della metropoli giapponese. Le sue fotografie sono state premiate e pubblicate su riviste e collettivi internazionali di fotografia. Selezionata dall’Archivio digitale Futuro Arcaico come artista per la ricerca sull’identità territoriale e sul folklore con il progetto “A’ Maschkarata”. Di recente pubblicata sulla rivista di Arte MoleArt con il progetto fotografico sui “Misteri di Trapani”.

www.barbaradimaio.it

 

FRANCESCO FARACI – nasce a Palermo nel 1983. Dopo gli studi umanistici (Antropologia, Sociologia), nel 2013 trova nella fotografia il suo mezzo di espressione. Si occupa di fotografia documentaria e reportage sociale. Al centro del suo lavoro c’è la sua terra, la Sicilia, della quale ama descrivere gli incroci culturali e i paradossi esistenziali (nascita e morte, gioia e violenza, la solitudine che si nasconde fra le pieghe della modernità) con uno sguardo particolare alle minoranze e ai minori che nascono, crescono e spesso si formano nelle zone disagiate e abbandonate della città, nelle periferie marginali. Per tali ragioni percorre in lungo e in largo le strade della sua terra e dei paesi mediterranei, raccontandone le storie attraverso progetti di lunga, media e breve durata. Diversi suoi reportage sono stati pubblicati su riviste nazionali ed estere (Il Venerdì di Repubblica, La Repubblica, Il Manifesto, Time Magazine, Globe and Mail, The Guardian, VICE, Rolling Stone). Ha preso parte a conferenze e seminari sulla realtà delle periferie palermitane. E’ videomaker e scrittore di romanzi, di racconti e di saggi che ruotano intorno alle sue radici e alla sua terra d’origine. Sue mostre personali sono state allestite in Italia e nel mondo.

https://www.francescofaraci.com/

 

FRANCESCO FRANCAVIGLIA – Studia violoncello al Conservatorio di Palermo con Sollima, teatro con Perriera, fotografia alla Fondazione Alinari di Firenze e allo IED di Milano.  A Berlino si specializza in comunicazione strategica e tecniche di percezione visiva. Pone al centro del suo lavoro i diritti dell’individuo e l’esplorazione dei tratti fondamentali dell’esperienza umana. Documenta la condizione femminile nei flussi migratori del nord Africa e dell’Iraq, fotografa gli attivisti pacifisti durante il conflitto armato in Palestina, ritrae i magistrati impegnati nei processi di mafia. Nel 2014 pubblica il suo primo libro, Le donne del digiuno contro la mafia, premiato dalla FIAF come miglior lavoro fotografico dell’anno, ed è il primo autore vivente con una mostra personale alla Galleria degli Uffizi; il Festival Internazionale Fotografia di Roma lo invita ad esporre i suoi ritratti dei poeti italiani. Fra gli ultimi lavori: Mediterranean Darkness per il MACRO di Roma con riconoscimenti da Paris e Moscow photo festival; Volti Invisibili per Women of Mediterranean East and South European Network, videoinstallazione sui diritti delle donne nelle aree di crisi attraversate dai conflitti armati; Olocausto 3.0 per il Museo Riso di Palermo e la Fondazione Sicilia; documenta il Metodo Abramović per la Marina Abramovic LLS e la Fondazione Strozzi;  Darklands al Teatro dell’Opera di Roma per il trentennale delle stragi dei Giudici Falcone e Borsellino. Insegna allo IED, all’Istituto Marangoni di Firenze ed è consulente per la comunicazione in diverse aziende. Ha fotografato, fra gli altri, Marina Abramovic , Ai Weiwei, Maurizio Cattelan, Patti Smith, Edouard Louis, Lindsay Kemp, Michael Cunningham, Franco Zeffirelli e, ripetutamente, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Presidente della Commissione Europea Ursula von Der Leyen.

https://www.francescofrancaviglia.com/

 

FAUSTO PODAVINI – Nato a Roma, vive e lavora nella sua città natale. Dopo un inizio come assistente e fotografo di studio, si dedica al fotogiornalismo interpretando un percorso da freelance che lo vede lavorare in Italia, India, Kenya, Etiopia e Sud America. Nel 2010 entra a far parte del collettivo WSP, dove, oltre alla figura di fotografo, svolge l’attività di docente di fotografia di reportage. Predilige lavori a medio e lungo termine che gli permettono di soffermarsi ed approfondire in maniera unica le tematiche affrontate. Particolarmente importanti due suoi lavori che gli sono valsi due World Press Photo nel 2013 e nel 2018, “MiRelLa” e “Omo Change” entrambi poi diventati dei libri. Nel 2017 è stato nominato Reporter per la Terra da Earth Day Italia, ed ha pubblicato nelle più importanti rivisti italiane e internazionali. Nel 2018 e nel 2021 vince il Grant della fondazione Yves Rocher e il Grant della National Geographic Association US. Numerosi i riconoscimenti internazionali ottenuti, come Il World Press Photo nel 2013 e nel 2018, Il Poyi nel 2016 e nel 2018, il Sony, l’Yves Rocher Grant, il PDN Storytelling, il Kolga Tiblisi, il World Report Award ed il Grant della National Geographic Association nel 2021. I suoi lavori sono stati pubblicati sulle più importanti riviste internazionali come 6Mois, LeVie/LeMonde, GEO ES, Stern, Internazionale, Donna Moderna, Espresso, D di Repubblica, National Geographic, Days Japan, GEO Germania, GEO Francia, Neue Zürcher Zeitung Magazine ed ha esposto nelle più importanti città come New York, Madrid, Barcellona, Milano, Roma, La Gacilly, in gallerie private e in festival internazionali.

https://www.faustopodavini.eu

 

Il progetto è vincitore di Strategia Fotografia 2022 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura