Archivio di antropologia visiva

In che cosa consiste il contributo cognitivo del documento cinematografico (in pellicola o in elettronica) nello studio etnologico, antropologico sociale, ecc? Nel documentare cose che la parola e lo scritto non possono costituzionalmente restituire: la musica, la danza, i comportamenti cinesici, ecc. […] Mirare un evento nel suo dettaglio è un contributo alla scientificità, anche nelle scienze umane

Diego Carpitella

I documenti conservati nell’Archivio di Antropologia Visiva, databili dal 1939 ad oggi, ripropongono per immagini i temi espositivi (riti e cerimonie, lavoro, musica, danza, artigianato, giochi etc.) relativi alle tradizioni italiane e, in parte, a culture extra-europee.

Particolarmente significativo è il fondo cinematografico, nel quale sono conservati documentari ormai “storici” di autori come Luigi Di Gianni, Michele Gandin, Cecilia Mangini, Gianfranco Mingozzi ed altri.

La prevalenza, in questo settore, di film relativi all’Italia del sud, prodotti negli anni ’50 e ’60 dello scorso secolo, nasce dall’impostazione della ricerca antropologica di quel periodo, fortemente segnata dall’opera dello studioso Ernesto de Martino (1908-1965) caratterizzata da un intenso impegno di denuncia delle condizioni di sfruttamento di gran parte delle popolazioni meridionali nel secondo dopoguerra.

Dal 1985 l’Archivio opera come centro di produzione audiovisiva. Tra il 2005 e il 2010, nell’ambito del progetto sul Patrimonio Immateriale del Molise, è stata realizzata una documentazione di circa 150 ore di riprese digitali relative a 68 eventi festivi.

L’Archivio organizza proiezioni in occasioni di mostre e iniziative didattiche, numerose sono inoltre le collaborazioni con istituti universitari, scuole e centri culturali per la elaborazione di programmi nell’ambito di festival, convegni, seminari, rassegne e incontri di studio.

Responsabile: Stefania Baldinotti – Consulente: Emilia De Simoni
Tel. 065910709/06592614

La storia dell’archivio

Maggio 30th, 2020|0 Commenti

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