Croati del Molise: storia

I primi contatti degli slavi provenienti dall’altra sponda dell’Adriatico, lungo le coste molisane, avvennero agli inizi del XIII secolo, per motivi economici, commerciali e culturali. Risale infatti al marzo 1203 un primo trattato commerciale tra la già fiorente Repubblica marinara di Ragusa in Dalmazia ed il piccolo porto molisano di Termoli per la concessione della isopolitìa (un’istituzione dell’età ellenistica mediante la quale due comunità sancivano un reciproco diritto di cittadinanza).
Le ondate migratorie più consistenti si verificarono dopo la famosa disfatta di Còssovo del 1389, meglio nota nella storiografia italiana come la Battaglia del Campo dei merli, che segnò la sconfitta degli eserciti cristiani e la progressiva espansione degli Ottomani nella penisola balcanica con conseguente esodo delle popolazioni slave e albanesi verso la penisola italiana.
Con la conquista di Costantinopoli, avvenuta nel 1453, i Turchi iniziarono l’espansione verso i territori settentrionali, abitati da popolazioni slave. E, com’era accaduto alle popolazioni albanesi qualche decennio prima, sin dal XVI secolo le nuove migrazioni furono originate dalle invasioni turche. La Repubblica di Venezia e il Regno di Napoli agevolarono gli insediamenti lungo le coste adriatiche per ripopolare le terre che, in quegli anni, erano rimaste abbandonate a seguito del vastissimo terremoto del 1456 e della Peste del 1495.
È il caso di Acquaviva Collecroce che spopolata in seguito ad eventi diversi, sarebbe stata ripopolata da profughi croati, tra il XV ed il XVI secolo, provenienti sia dalla Dalmazia, sia dalla vicina località di Cerritello, dove convivevano già coloni slavi ed albanesi, con le rispettive chiese cattoliche di rito latino e greco.