Corpus Domini a Campobasso

Misteri – Corpus Domini

Il Corpus Domini


La solennità del Corpus Domini venne istituita l’8 settembre 1264 da papa Urbano IV con la Bolla Transiturus de hoc mundo in seguito al miracolo di Bolsena. Secondo la tradizione, nella tarda estate dell’anno 1263 un sacerdote boemo, Pietro da Praga, assalito dal dubbio sulla reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrato, intraprese un pellegrinaggio verso Roma. Dopo aver placato il suo animo pregando sulla tomba di Pietro, riprese il viaggio verso la sua terra fermandosi a pernottare nella chiesa di Santa Cristina a Bolsena. Assalito di nuovo dal dubbio, chiese di celebrare messa e, dopo la consacrazione, alla frazione dell’Ostia, sarebbe apparso ai suoi occhi un prodigio al quale da principio non voleva credere: l’Ostia che teneva tra le mani sarebbe diventata carne da cui stillava miracolosamente abbondante sangue. Impaurito e confuso ma, nello stesso tempo, pieno di gioia, concluse la celebrazione, avvolse tutto nel corporale di lino usato per la purificazione del calice che si macchiò immediatamente di sangue e fuggì verso la sacrestia. Durante il tragitto alcune gocce di sangue sarebbero cadute anche sul marmo del pavimento e sui gradini dell’altare. Il sacerdote andò subito da papa Urbano IV, che si trovava ad Orvieto, per riferirgli l’accaduto e il pontefice inviò a Bolsena il vescovo di Orvieto, per verificare la veridicità del fatto e riportare le reliquie. Il vescovo di Orvieto tornò con le reliquie del miracolo e il Papa le depose nel sacrario della cattedrale orvietana di Santa Maria. Attualmente le reliquie sono conservate nel Duomo di Orvieto, fatto appositamente costruire nel 1290 per ospitarle.

I Misteri

Con il termine Misteri si definiscono rappresentazioni medievali di oggetto sacro in lingua volgare, attestate in Francia dal secolo XI che venivano eseguite nelle solennità religiose a compimento degli uffici liturgici. Si tratta di forme affini alle teatrali, originatesi dalla decadenza del teatro classico greco e romano e dalla stasi del teatro durante tutto il periodo medievale, che divennero i mass-media del tempo e diedero il lento avvio, in pieno Rinascimento, ad una ripresa delle forme teatrali vere e proprie, le quali, a loro volta, costituirono le basi del teatro moderno. Da un lato c’era la necessità istintiva del popolo di dare sfogo alla propria religiosità mista di umanità, dall’altro il desiderio della chiesa di educare le masse, per lo più analfabete, con forme spettacolari tali da suscitare interesse. Queste forme vennero così ad affiancare, all’aperto, la funzione didattico-narrativa affidata alla scultura ed alla pittura all’interno delle chiese. Il fenomeno fu comune a molte località europee nel suo contenuto di base ma ebbe diversa denominazione nei diversi luoghi: mystére (spettacolo simbolico) in Francia; auto sacramental (sacra rappresentazione) in Spagna; passionsspiele (mistero della passione) in Germania; myracle-plays (rappresentazioni sacre) in Inghilterra.

Nel corso dei secoli (XV-XVII), con l’evolversi dei costumi, con il dilagare della magnificenza esaltata dalle ricche corti rinascimentali, con la rivoluzione ideologica e psicologica del Rinascimento che distolse gli spiriti dalla contemplazione di un regno soprannaturale per rivolgerli ai beni terreni, si arrivò a curare più gli effetti scenici che l’essenza religiosa tanto da causare l’infiltrazione di elementi pagani nei drammi sacri, scivolando talvolta nello sconveniente e nel volgare. Di qui il divieto per queste rappresentazioni figurative, sancito in alcuni concili tenuti in Francia nel XVI secolo, e la sostituzione, in alcune città italiane, dei gruppi viventi con gruppi lignei (ad esempio i Misteri del Venerdì Santo a Trapani) nei quali la forza intuitiva e la capacità dell’artista dovevano raggiungere l’efficacia suggestiva promossa una volta da persone viventi.

I Misteri di Campobasso

Origini
A Campobasso si ha notizia, sin dal XVI secolo, dell’allestimento di sacre rappresentazioni su palchi in legno collocati nei pressi delle chiese. A partire dal secolo successivo le principali confraternite laiche della città, per solennizzare la festività del Corpus Domini, presero l’abitudine di rappresentare scene sacre, il cui soggetto variava di anno in anno, su barelle che venivano portate a spalla in processione davanti al Santissimo Sacramento. Le confraternite, intorno alla metà del XVIII secolo, commissionarono allo scultore campobassano Paolo Saverio Di Zinno la progettazione di macchine che assicurassero stabilità alle raffigurazioni, in modo che le scene rappresentate fossero sempre le stesse e i figuranti avessero sempre gli stessi atteggiamenti, e ne affidarono la realizzazione agli esperti fabbri ferrai campobassani.

Secondo una tradizione orale non documentata, vennero realizzati ventiquattro Misteri ma sei non ressero al collaudo e non furono più ricostruiti. Si ha invece notizia certa della realizzazione di diciotto Misteri di cui sei furono distrutti durante il terremoto del 26 luglio 1805 dal crollo degli edifici in cui erano conservati. I sei Misteri distrutti rappresentavano il Corpo di Cristo (chiamato dal popolo il Calicione a causa della presenza di un grosso calice), la Santissima Trinità, Santa Maria della Croce, la Madonna del Rosario (in cui il ferro principale della struttura poteva ruotare su se stesso quando il Mistero era fermo), Santo Stefano e San Lorenzo. Da allora hanno sfilato i rimanenti dodici Misteri, raffiguranti Sant’Isidoro, San Crispino, San Gennaro, Abramo, Maria Maddalena, Sant’Antonio Abate, l’Immacolata Concezione, San Leonardo, San Rocco, l’Assunta, San Michele e San Nicola. Nel 1959 i fabbri campobassani Tucci realizzarono un tredicesimo Mistero, il Santissimo Cuore di Gesù, sulla base di un disegno attribuito al Di Zinno.

In passato erano le confraternite a gestire, tra lo sforzo e la competizione, la processione dei Misteri, che univa fede popolare a ostentazione del potere. A partire dal XIX secolo, a seguito della soppressione delle confraternite, la processione dei Misteri è organizzata dall’amministrazione comunale di Campobasso che, dal 1997, è supportata dall’Associazione Misteri e Tradizioni.

I Misteri: struttura e scene

I Misteri sono macchine o ingegni costituiti da una base di legno, nella quale è inserita una struttura in ferro fucinato che, sviluppandosi in verticale, si ramifica e porta ad ogni estremità delle imbracature, in ognuna delle quali viene posto un bambino. È da sottolineare l’intelligenza dell’artista e la grande capacità professionale dei suoi collaboratori fabbri che, ben dimensionando la struttura e usando alcuni artifici costruttivi (tecnica della bollitura), sono riusciti a realizzare dei congegni ancora oggi, dopo più di 250 anni, pienamente funzionali. L’espressione quadri viventi ben si adatta a questi congegni, in cui il dinamismo dei figuranti si fonde perfettamente con la staticità della struttura in ferro.

I bambini rappresentano angeli, diavoli, santi e madonne e sembrano sospesi nel vuoto perché i loro costumi mascherano struttura e imbracature. Sulla base del Mistero sono presenti altri personaggi interpretati, a seconda del ruolo, da bambini o da adulti. I Misteri vengono portati a spalla in processione per le vie della città e il passo cadenzato dei portatori, facendo oscillare la struttura in ferro, crea l’illusoria sensazione di vedere angeli e diavoli volare a diversi metri da terra. Secondo la tradizione Di Zinno, per dare forza ed elasticità alla struttura dei Misteri, avrebbe ideato una lega speciale della cui composizione era unico depositario. Questo spiegherebbe perché i Misteri distrutti nel 1805 non siano stati ricostruiti e perché quello realizzato nel 1959 sia il più pesante.

I Misteri rappresentano scene dell’Antico e del Nuovo Testamento e scene tratte dalla vita di alcuni santi. La processione si apre con i Misteri di Sant’Isidoro e San Crispino, rispettivamente protettore dei contadini e dei calzolai, in ricordo delle Faci o Faglie che i coloni e gli artigiani costruivano come ringraziamento a Dio per l’anno trascorso, e che precedevano la processione del Corpus Domini.

Sant’Isidoro: il Mistero raffigura il santo, contadino presso il cavaliere spagnolo Giovanni de Vergas, che percuote il terreno con un bastone facendo scaturire acqua per saziare la sete del suo padrone; domina il Mistero un grosso cero sostenuto da tre angeli che rappresenta la Face dei coloni. Personaggi: cinque; portatori: quattordici; altezza: m. 5,10; peso: Kg. 534.

San Crispino: abbandonate le nobili origini romane, San Crispino predicò il Vangelo in Gallia e per vivere imparò a cucire scarpe; mentre si trovava al lavoro in compagnia di due aiutanti gli apparvero tre angeli con in mano i simboli del futuro martirio che avvenne sotto l’imperatore Massimiano, la spada segno della decapitazione, la palma, simbolo del martirio, la corona, per i meriti del Santo. Personaggi: sei; portatori: dodici; altezza: m. 4,70; peso: Kg. 430.

San Gennaro: il Mistero raffigura San Gennaro circondato da tre angeli, dei quali uno porta le ampolle, a ricordo di quelle che tutt’oggi conservano il sangue del Santo, e un altro una tabella con la scritta Est nobis in sanguine vita; il santo è patrono della città di Napoli, rappresentata sulla base del Mistero dal Vesuvio e dal fiume Sebéto simboleggiato, come nelle antiche raffigurazioni, da un vecchio disteso che tiene in mano una vanga (tradizionalmente definito il Pezzente per il suo aspetto). Personaggi: cinque; portatori: dodici; altezza: m. 5,20; peso: Kg. 425.

Abramo: obbediente alla volontà di Dio, Abramo sta per sacrificare il suo unico figlio Isacco quando un angelo del Signore gli ferma la mano che impugna il coltello e gli indica un ariete da offrire in olocausto al posto di Isacco. Personaggi: tre più un agnello; portatori: dodici; altezza: m. 4,10; peso: Kg. 450.

Maria Maddalena: esule in Provenza dopo la risurrezione di Cristo, Maria Maddalena si ritirò in preghiera in un luogo deserto; un giorno chiese a San Massimino, vescovo di Aix, di comunicarla, quando questi entrò in chiesa vide la santa sospesa in aria nei pressi dell’altare circondata da angeli e, dopo averla comunicata, vide la sua anima salire al cielo; completano la scena altri due angeli che fanno le veci dei chierichetti. Personaggi: sei; portatori: diciotto; altezza: m. 5,40; peso: Kg. 535.

Sant’Antonio Abate: il Mistero rappresenta le tentazioni subite da Sant’Antonio Abate ad opera di diavoli presenti sia nella forma consueta, al di sopra e al di sotto del santo, sia sotto le sembianze di leggiadra donzella; ai lati del santo sono presenti due angeli che portano in mano rispettivamente un libro, su cui arde una fiamma, e un bastone con un campanello; la fiamma rappresenta il fuoco da cui Sant’Antonio Abate ha virtù di difenderci, il bastone è il simbolo della vita da eremita condotta dal santo, il campanello rammenta con il suo squillo l’invito alla preghiera; nella scena il diavolo si esibisce al grido di “Tunzella Tunzella, vieténne vieténne”, invitando la Donzella a seguirlo nel suo regno; sembra che in passato la Donzella fosse impersonata da un femminiello, e ancora oggi si crede che la Donzella riceva un premio in denaro se riesce a non ridere alle provocazioni del diavolo. Personaggi: sei; portatori: quattordici; altezza: m. 5,80; peso: Kg. 490.

Immacolata Concezione: soggetto del Mistero è l’Immacolata Concezione della Vergine Maria che è rappresentata con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle sul capo (Apocalisse 12,1) ed è circondata da cinque angeli; i due ai suoi piedi sorreggono rispettivamente la sfera celeste e una croce, mentre quello sopra il suo capo è rappresentato nell’atto di incoronarla; la croce è il simbolo della vittoria di Cristo sul peccato, rappresentato dal serpente con la testa schiacciata (Genesi 3,15: esso ti schiaccerà la testa e tu lo assalirai al tallone). Personaggi: sei; portatori: quattordici; altezza: m. 5,80; peso: Kg. 455.

San Leonardo: San Leonardo ebbe somma carità verso i carcerati e faceva di tutto per redimerli dal vizio e dal peccato; molti di essi, innocenti, benché incatenati e sorvegliati da sentinelle, furono miracolosamente liberati dal santo e riportati alle loro case; per questo motivo San Leonardo è considerato il protettore dei carcerati, e sul Mistero è rappresentato mentre, circondato da tre angeli, soccorre due prigionieri guardati a vista da un alabardiere. Personaggi: sette; portatori: quattordici; altezza: m. 5,40; peso: Kg. 410.

San Rocco: abbandonate le nobili origini francesi, San Rocco partì pellegrino per l’Italia dove guarì numerosi appestati; durante il viaggio di ritorno in patria si ammalò e riuscì a sopravvivere grazie al cibo portatogli da un cane; arrestato con l’accusa di essere una spia, morì in carcere colpito dalla peste; il Mistero raffigura San Rocco che appare ad un appestato mostrandogli la propria piaga pestifera mentre un angelo sorregge il bordone (bastone da pellegrino) e un altro una tabella su cui è scritto Rochum invoca et sanus eris. Personaggi: quattro e un cagnolino; portatori: dodici; altezza: m. 4,80; peso: Kg. 340.

L’Assunta: Il Mistero raffigura l’Assunzione della Madonna; sulla base c’è la tomba scoperchiata custodita da un angelo (tradizionalmente noto come l’angelo della fossa), mentre altri quattro angeli circondano la Vergine che, assunta in cielo, viene accolta da Gesù. Personaggi: sette; portatori: sedici; altezza: m. 6,00; peso: Kg. 484.

San Michele: in questo Mistero è rappresentata la cacciata dal Paradiso di Lucifero e degli angeli ribelli ad opera di San Michele Arcangelo che, brandendo una spada, li spinge verso la bocca dell’Inferno (Apocalisse 12, 7). Personaggi: quattro; portatori: sedici; altezza: m. 5,10; peso: Kg. 510.

San Nicola: il Mistero raffigura un miracolo compiuto da San Nicola, protagonista un fanciullo di Bari rapito alla propria famiglia da corsari saraceni e venduto come servo al re di Babilonia; una sera, mentre il fanciullo stava servendo da bere al re, apparve San Nicola che lo prese per i capelli e lo riportò in patria sotto lo sguardo stupito degli astanti; l’angelo che accompagna il santo tiene in mano un libro con sopra tre sfere d’oro, in ricordo del vangelo donato a San Nicola dall’imperatore Costantino e delle doti miracolosamente procurate da San Nicola a tre giovani fanciulle. Personaggi: nove; portatori: diciotto; altezza: m. 5,30; peso: Kg. 644.

Santissimo Cuore di Gesù: costruito nel 1959 dai fabbri campobassani Tucci, il Mistero rappresenta l’amore del figlio di Dio per gli uomini, simboleggiato in alto da un cuore contenente le consonanti JHS (Jesus Hominum Salvator); completano la rappresentazione quattro angeli, di cui due sorreggono il cuore e gli altri si porgono i fiori che vanno a costituire lo stesso; il bastone fiorito in mano a San Giuseppe ricorda la tradizione dei vangeli apocrifi, secondo cui Giuseppe fu scelto come sposo di Maria dopo che il suo bastone fiorì miracolosamente. Personaggi: sei; portatori: venti; altezza: m. 5,60; peso: Kg. 586.

I Misteri in processione

L’organizzazione della processione impegna i volontari dell’Associazione Misteri e Tradizioni già nei mesi precedenti la festività del Corpus Domini. Bisogna infatti revisionare le macchine, sistemare i costumi dei figuranti, le divise dei portatori e, soprattutto, reclutare i figuranti fra quanti, bambini e adulti, desiderano partecipare alla più sentita tradizione campobassana. La scelta dei figuranti viene effettuata dal coordinatore dell’Associazione, principalmente in base alle caratteristiche fisiche e fisionomiche: requisito fondamentale per i bambini è la possibilità di stare comodi all’interno delle imbracature, mentre per gli adulti è la capacità di interpretare al meglio il ruolo assegnato. La formazione delle squadre dei portatori e la loro gestione nel corso della processione avvengono a discrezione di ogni singolo caposquadra, ciascuno secondo i propri criteri. I Misteri sono tredici; i personaggi che vi fanno parte sono settantasette, di cui cinquantacinque bambini da due a quattordici anni; due sono gli animali, il cane di San Rocco e l’agnello dell’Abramo. Ogni Mistero ha: una squadra di portatori che varia, secondo il peso del Mistero, da dodici a ventidue portatori; due addetti agli scanni; un caposquadra ed un vice. Complessivamente sono duecentocinquanta le persone preposte al trasporto. Le bande che suonano incessantemente la marcia del Mosè di Rossini sono cinque, per complessivi cento musicisti. L’apparato logistico è articolato con trenta componenti l’organizzazione, ventiquattro addetti alla vestizione, due sarte, due fabbri, due falegnami, un tappezziere ed un elettricista. Dodici sono addetti ai collegamenti radio, venti al primo soccorso con a disposizione tre ambulanze, sei all’antincendio.

La mattina del giorno del Corpus Domini, alle otto, nel cortile del museo che ospita i Misteri in mostra permanente, l’arcivescovo dell’arcidiocesi di Campobasso-Boiano celebra la messa alla presenza dei volontari dell’Associazione, dei figuranti con i loro genitori, dei portatori, e delle autorità. Terminata la funzione, i figuranti vanno ad animare le strutture in acciaio dei Misteri grazie alla preziosa opera dei vestitori (due per ogni Mistero), che si occupano di assicurare i figuranti alle imbracature e di curare i costumi e gli aspetti scenografici. La processione raggiunge il borgo di Campobasso scendendo per via Marconi, ma è da sotto l’arco della porta di Sant’Antonio Abate che si coglie l’essenza autentica dei Misteri, quando la dura salita esalta i portatori, che nella stretta via portano gli ingegni a sfiorare le mura e i balconi delle case, mentre la gente dalle finestre porge caramelle e dolciumi agli angeli.

Di tutti i personaggi dei Misteri, i Diavoli sono gli unici a non avere l’obbligo di restare immobili e, grazie al trucco e al costume, si rendono irriconoscibili. I Diavoli deridono il pubblico e lo minacciano, brandendo una coda di vacca, in particolare spaventano i bambini, mostrando la lingua. Durante la processione, alla ripartenza dopo una sosta, il caposquadra gridando “scannétt allért” (cavalletti allerta) invita gli addetti ai cavalletti a stare pronti e i portatori a posizionarsi. Poi, battendo tre volte il suo bastone sulla base del Mistero, dà il segnale affinché questo venga sollevato e riprenda il percorso (il termine “scannétt” sta ad indicare non solo il cavalletto che sorregge i Misteri ma anche colui che lo porta). Lo slargo di San Leonardo getta una luce violenta sulla processione: è da lì che uscendo dal borgo si raggiunge via Ferrari, o meglio via dei Ferrari, dove i fabbri realizzarono i Misteri. La strada corre in lieve discesa raggiungendo via Mazzini e la stazione ferroviaria, una sosta è d’obbligo davanti al carcere. Si riparte per Corso Bucci, il Corso Vittorio Emanuele e la parallela Viale Elena. Alle 13.30 i Misteri sono allineati sotto il balcone di Palazzo San Giorgio, dove il vescovo impartisce la benedizione. Ancora poche centinaia di metri, dei circa 4.000 dell’intero percorso, ed i Misteri tornano nella loro sede, per attendere il Corpus Domini dell’anno successivo.

Testo: L. e G. Teberino (tratto da Feste e Riti d’Italia)


Foto: R. Cavallaro (21 giugno 1973)
Archivio Fotografico dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia